Cloud compliance e settori regolamentati: le sfide normative del 2026
Cloud compliance e settori regolamentati: le sfide normative del 2026

Cloud compliance e settori regolamentati: le sfide normative del 2026

Autore: Impresoft 4ward

Settori regolamentati: il nuovo scenario della cloud compliance e security

Il cloud computing ha definitivamente superato la fase sperimentale e si prepara ad affermarsi come l'infrastruttura portante della trasformazione digitale in corso in tutti i settori dell'economia europea e globale.

Eppure, mentre l'adozione del cloud accelera – trainata da promesse di scalabilità, efficienza e innovazione – il panorama normativo che lo governa sta diventando sempre più complesso, articolato e vincolante.

La conformità normativa nel cloud è diventata un imperativo strategico, ridefinendo il modo in cui le organizzazioni adottano, gestiscono e governano le proprie infrastrutture digitali.

Questa crescita esponenziale non è casuale. Riflette una convergenza di fattori che stanno trasformando radicalmente il rapporto tra tecnologia cloud e compliance: l'evoluzione del panorama normativo, con governi e autorità di regolamentazione che introducono leggi sempre più stringenti sulla protezione dei dati e la privacy, come il GDPR nell'Unione Europea e il CCPA negli Stati Uniti, ha messo sotto pressione le organizzazioni affinché dimostrino conformità continua e verificabile.

E per i Chief Information Security Officer e Chief Risk Officer, questo scenario rappresenta una sfida costante nella gestione dei rischi legati alla sicurezza dei dati e alla compliance, richiedendo soluzioni sempre più avanzate per proteggere l'infrastruttura cloud e garantire la conformità alle normative in continua evoluzione

Ma vi sono altri aspetti da considerare. La complessità non deriva solo dal moltiplicarsi delle normative, ma anche dalla loro natura sempre più settoriale e prescrittiva.

Se fino a pochi anni fa le regole sulla sicurezza informatica erano prevalentemente di carattere generale, oggi assistiamo all'emergere di framework normativi verticali, pensati specificamente per settori ad alta criticità: finanza, sanità, energia, pubblica amministrazione.

Settori dove un'interruzione di servizio, una violazione dei dati o un incidente cyber, oltre a costituire un danno economico o reputazionale, possono compromettere la stabilità sistemica, la sicurezza nazionale o la tutela di diritti fondamentali dei cittadini.

Il nuovo ecosistema normativo europeo: regolamento DORA e NIS2

Il 2025 segna un punto di non ritorno per la compliance cloud nei settori regolamentati europei. Il 17 gennaio 2025 è entrato in vigore il Regolamento DORA (Digital Operational Resilience Act), una normativa che interessa l'intero settore finanziario, non solo le banche.

Si tratta di un regolamento che introduce requisiti vincolanti senza precedenti per garantire la resilienza operativa digitale degli istituti finanziari, con focus particolare sulla gestione dei rischi derivanti dai fornitori di servizi ICT critici, inclusi i provider cloud.

DORA stabilisce regole dettagliate per la gestione dei rischi delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il reporting degli incidenti, i test di resilienza operativa digitale e il monitoraggio dei rischi legati ai fornitori ICT di terze parti.

Il regolamento rappresenta una novità assoluta: fino ad ora, l'Unione Europea non aveva mai regolamentato la gestione dei rischi ICT del settore finanziario a livello di regolamento, ma solo attraverso direttive, linee guida e standard più generali.

Parallelamente, la Direttiva NIS2, entrata in vigore il 14 dicembre 2022, amplia significativamente il campo di applicazione della normativa sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi.

A differenza del suo predecessore (NIS 1), NIS 2 estende gli obblighi di cybersecurity a un numero molto più ampio di settori considerati essenziali o importanti: energia, trasporti, sanità, finanza, fornitura idrica, infrastrutture digitali e altri 18 settori critici.

La NIS2 impone requisiti rafforzati di reporting degli incidenti e misure di sicurezza più stringenti per le imprese che forniscono servizi essenziali, con valutazioni dei rischi, audit e revisioni di sicurezza che diventeranno obbligatori.

Le sanzioni per non conformità possono essere severe: fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato globale annuo per le entità essenziali, e fino a 7 milioni di euro o l'1,4% del fatturato per le organizzazioni importanti.

Perché i settori regolamentati sono al centro della “tempesta perfetta”

La convergenza tra accelerazione dell'adozione cloud e inasprimento normativo crea una "tempesta perfetta" che colpisce in modo particolare i settori regolamentati: banking, assicurazioni, sanità, pubblica amministrazione, energia, telecomunicazioni. Sono questi i comparti dove la posta in gioco è più alta e dove la compliance deve essere integrata fin dalla progettazione delle strategie cloud.

Diversi fattori rendono questi settori particolarmente esposti:

Gestione di dati sensibili e critici

Il settore BFSI (Banking, Financial Services and Insurance) detiene la quota maggiore del mercato della cloud compliance, poiché le istituzioni finanziarie gestiscono enormi quantità di dati sensibili, come informazioni finanziarie dei clienti e registrazioni delle transazioni. Analogamente, il settore sanitario sta registrando il tasso di crescita più elevato, con le organizzazioni healthcare sotto crescente pressione per modernizzare le proprie infrastrutture rispettando al contempo requisiti normativi stringenti come l'HIPAA negli Stati Uniti e normative similari sulla protezione dei dati a livello globale.

La natura stessa dei dati gestiti – informazioni bancarie, cartelle cliniche, dati fiscali, documenti classificati – impone standard di protezione che vanno ben oltre quelli richiesti in altri settori. Una violazione non compromette solo la privacy individuale, ma può avere ripercussioni sistemiche: perdita di fiducia nel sistema bancario, compromissione di informazioni sanitarie vitali, esposizione di segreti di stato.

Dipendenza crescente da fornitori ICT esterni

L'adozione del cloud computing nell'healthcare e in altri settori critici introduce tre dimensioni fondamentali: rendicontazione finanziaria e costi, eccellenza operativa IT e DevOps, e sicurezza, privacy e conformità. La migrazione al cloud significa affidare funzioni critiche a fornitori esterni, creando una catena di dipendenze che deve essere attentamente governata.

Dal periodo della pandemia COVID-19, il settore finanziario è diventato sempre più dipendente dalla tecnologia e dai fornitori di servizi terzi per i propri sistemi digitali. Questa crescente dipendenza pone un rischio maggiore di minacce transfrontaliere al settore finanziario nell'UE. Ed è proprio per questo che DORA introduce requisiti stringenti sulla gestione dei rischi derivanti dall'outsourcing ICT.

Responsabilità diretta del management

Una delle novità più dirompenti delle nuove normative è lo spostamento della responsabilità ai vertici aziendali. La NIS2 pone particolare enfasi sulla responsabilità del top management, richiedendo alle aziende di valutare le pratiche di cybersecurity dei propri fornitori e rendendo i dirigenti direttamente accountable per la conformità.

Questo significa che la cloud compliance è diventata a tutti gli effetti materia di governance aziendale, di risk management strategico, di responsabilità personale degli amministratori. E tale cambiamento di paradigma obbliga i board a confrontarsi direttamente con questioni che prima erano considerate operative: quali cloud provider utilizzare, come strutturare i contratti, come garantire exit strategy praticabili, come testare la resilienza operativa.

Complessità delle architetture multi-cloud e ibride

Molte organizzazioni oggi stanno adottando strategie multi-cloud o cloud ibrido per evitare il vendor lock-in e ottimizzare la propria infrastruttura cloud. La complessità degli ambienti multi-cloud e ibridi è un driver importante per il software di cloud compliance.

Gestire la conformità in un ambiente dove i workload sono distribuiti tra cloud pubblici, privati e infrastrutture on-premise, con dati che attraversano giurisdizioni diverse e normative che si sovrappongono parzialmente, rappresenta una sfida organizzativa e tecnica di enorme portata. Le soluzioni di compliance devono dunque essere in grado di fornire visibilità unificata, controlli coerenti e reporting consolidato su ambienti intrinsecamente eterogenei. 

Le architetture multi-cloud e ibride rappresentano una soluzione valida a garantire resilienza e conformità. Possiamo aiutarti ad integrarle in maniera sicura e scalabile.

 

Il costo della non conformità: oltre le sanzioni economiche

Quando si parla di compliance, l'attenzione si concentra spesso sulle sanzioni economiche. E a ragione: le multe previste dalle normative europee sono tutt'altro che simboliche. Ma ridurre il discorso sulla compliance alle sole penali economiche sarebbe profondamente riduttivo.

Il costo della non conformità per un'organizzazione in un settore regolamentato è multidimensionale e spesso devastante:

Danno reputazionale irreversibile: in settori dove la fiducia è il principale asset, come banking e sanità, anche un singolo incidente significativo può minare in modo permanente la reputazione costruita in decenni. Clienti e pazienti migrerebbero verso competitor percepiti come più affidabili.

Perdita di licenze operative: per banche, assicurazioni e strutture sanitarie, la non conformità grave può portare alla revoca delle autorizzazioni a operare. Non si tratta di una multa: è la fine dell'attività.

Responsabilità personale e penale: le nuove normative introducono sempre più frequentemente forme di responsabilità personale per gli amministratori. Non è più solo l'azienda a rispondere, ma anche i singoli individui che rivestono ruoli apicali.

Impatto sulla continuità operativa: sistemi non conformi sono spesso anche sistemi meno resilienti. La mancanza di test adeguati, di piani di disaster recovery robusti, di gestione efficace dei fornitori si traduce in maggiore probabilità di interruzioni di servizio prolungate.

Esclusione da opportunità di business: in un ecosistema sempre più interconnesso, la capacità di dimostrare compliance diventa un prerequisito per partecipare a gare pubbliche, accedere a partnership strategiche, ottenere certificazioni di settore

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La convergenza tra normative: un labirinto di requisiti interconnessi

Uno degli aspetti più complessi della cloud compliance nei settori regolamentati è la natura interconnessa e parzialmente sovrapponibile delle varie normative.

Un'organizzazione non deve semplicemente "conformarsi a DORA" o "conformarsi a NIS2": deve saper navigare un ecosistema dove regolamenti europei, direttive, normative nazionali, linee guida delle autorità di vigilanza e standard di settore si intrecciano creando un quadro di straordinaria complessità.

DORA è la lex specialis rispetto a NIS2 nel settore finanziario. Una banca o una compagnia assicurativa deve conformarsi esclusivamente ai requisiti di DORA per quanto riguarda la gestione dei rischi ICT, il reporting degli incidenti e la supervisione da parte delle autorità finanziarie, perché DORA è specificamente progettato per affrontare le esigenze del settore finanziario.

Tuttavia, questo non significa che NIS2 sia irrilevante. Secondo DORA, NIS2 continua ad applicarsi ai soggetti coperti da DORA, ma la sovrapposizione tra NIS2 e DORA è evitata grazie alla disposizione di lex specialis contenuta in DORA, che prevale su NIS2. Le istituzioni finanziarie devono quindi essere ben informate sui requisiti di entrambi gli atti normativi.

La situazione si complica ulteriormente quando si considerano:

  • GDPR: la base normativa fondamentale per qualsiasi trattamento di dati personali nell'UE
  • Normative settoriali nazionali: come le disposizioni di Banca d'Italia sull'outsourcing ICT per le banche italiane
  • Standard di certificazione: ISO 27001, SOC 2, EUCS e altri framework che stanno diventando de facto requisiti per operare
  • Normative emergenti: come l'EU AI Act che sta introducendo requisiti specifici per i sistemi di intelligenza artificiale

I Chief Risk Officer (CRO), i Chief Information Security Officer (CISO) e i vendor risk manager delle aziende multinazionali devono affrontare nuove regole che richiedono una supervisione più rigorosa di vendor e fornitori di servizi. La gestione di questo intreccio normativo richiede competenze multidisciplinari che raramente esistono in un singolo individuo o dipartimento: serve collaborazione tra legal, compliance, IT security, risk management e business.

Uno dei punti che tutte le normative considerano prioritario riguarda la gestione e la protezione di dati sensibili. Un datacenter sicuro e conforme è un tassello importante per la protezione dei dati. Scopri le nostre soluzioni di hosting privato per garantire la compliance.

Guardando al futuro

Il panorama normativo continuerà a evolversi. Nuove normative sono già in discussione, altre entreranno in vigore nei prossimi mesi, altre ancora verranno aggiornate alla luce dell'esperienza di implementazione.

Il mercato globale della cloud compliance, nel frattempo, è previsto crescere a un CAGR del 15,2% dal 2025 al 2033, raggiungendo i 97,4 miliardi di dollari entro il 2033, confermando che la compliance continuerà a essere un'area di investimento strategico prioritario.

Per i settori regolamentati – banking, sanità, pubblica amministrazione, energia – il 2026 rappresenta un anno cruciale. È l'orizzonte temporale entro cui molte organizzazioni devono completare percorsi di adeguamento complessi, testare la propria resilienza, dimostrare alle autorità di vigilanza di aver costruito capacità solide e sostenibili.

Le organizzazioni che affronteranno questo percorso con approccio metodico, investimenti mirati e visione strategica eviteranno le sanzioni e i rischi della non conformità. Costruiranno un vantaggio competitivo duraturo, fondato su infrastrutture più sicure, processi più efficienti, maggiore fiducia da parte di clienti e stakeholder.

La cloud compliance nei settori regolamentati non è più un tema esclusivamente. È diventata una questione di governance, di sostenibilità del business, di capacità di innovare mantenendo al contempo la stabilità sistemica e la tutela dei diritti fondamentali. È, in ultima analisi, ciò che distinguerà le organizzazioni che prospereranno nel decennio digitale da quelle che ne saranno travolte.

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