Sviluppare o acquistare? Quando si parla di IT, questa domanda apre scenari complessi che vanno ben oltre una semplice comparazione di costi. Scegliere se sviluppare internamente una piattaforma o adottare una soluzione già esistente significa prendere posizione su aspetti chiave della strategia aziendale: dalla velocità con cui si intende rispondere alle esigenze del business, alla capacità di controllare e personalizzare le tecnologie, fino alla valutazione dei rischi legati all’innovazione. Una decisione make or buy in ambito IT tocca il cuore della governance tecnologica: richiede di valutare le risorse disponibili, l’expertise interna, la maturità del mercato, ma anche l’impatto che una scelta o l’altra può avere sulla flessibilità futura e sul vantaggio competitivo. Non esiste una risposta unica, ma un approccio strutturato può aiutare le aziende a orientarsi in modo consapevole e a trasformare una scelta operativa in una leva strategica.
Make or buy: una decisione strategica per l’IT
Quando si presenta l’esigenza di una nuova infrastruttura o di una nuova soluzione software, la domanda è inevitabile: ha più senso “costruire”, ovvero sviluppare internamente, oppure acquistare? In un mercato in continua evoluzione, caratterizzato da tecnologie mature e da una forte pressione all’innovazione, questa scelta non può essere affrontata in modo superficiale. La decisione tra make e buy tocca aspetti strategici, economici, organizzativi e tecnologici, e ha impatti diretti sulla competitività, sull’agilità e sulla sostenibilità delle imprese.
Vantaggio competitivo e allineamento strategico
Sia secondo Forbes che secondo McKinsey, il primo nodo da sciogliere è la rilevanza strategica della soluzione. Se il sistema da realizzare è direttamente collegato al core business o rappresenta un potenziale differenziatore competitivo, costruire può rivelarsi la strada più efficace. In questi casi, lo sviluppo interno consente di modellare la tecnologia sui processi e sulle logiche aziendali, mantenendo il controllo completo su roadmap, evoluzione e proprietà intellettuale. Ovviamente a patto che:
- Ci sia internamente la capacità di guidare un processo così complesso (project/program management) e di dedicare risorse esperte, magari sotto la guida di analisti esterni all’organizzazione, alla definizione dei requisiti funzionali
- Sia disponibile una buona capacità di investimento tale da garantire per certi ambiti un percorso basato sull’approccio ‘prova-errore’
- L’organizzazione abbia creato al suo interno processi strutturati di sviluppo del software (software assurance e security by design) e un’organizzazione adeguata alla gestione della cybersicurezza
Se invece la soluzione ha una funzione più accessoria o standardizzata, l’acquisto consente di accelerare il time-to-market e concentrare le risorse su ambiti più strategici.
Competenze e cultura organizzativa
Una variabile fondamentale è rappresentata dalle competenze interne. Un team tecnico con le giuste capacità, motivato dalla sfida, può trarre valore dallo sviluppo interno, favorendo la crescita professionale e la creazione di know-how. Al contrario, in presenza di risorse limitate o già impegnate su progetti critici, l’opzione di comprare può evitare sovraccarichi e inefficienze. Oltre alle skill tecniche, va considerata anche la cultura aziendale: apertura all’innovazione, propensione al cambiamento e capacità di integrare nuovi strumenti sono elementi determinanti per il successo, a prescindere dalla scelta effettuata.
Costi, risorse e visione di lungo periodo
Il confronto tra make e buy non può limitarsi ai costi iniziali. McKinsey invita a considerare l’intero ciclo di vita della soluzione, allineando l’analisi economica con la visione di lungo periodo dell’impresa. Costruire comporta investimenti elevati in fase iniziale, ma può portare benefici duraturi in termini di controllo, personalizzazione e riduzione delle spese ricorrenti. Acquistare riduce la soglia d’ingresso, ma implica canoni, vincoli contrattuali, costi di personalizzazione e dipendenza dai fornitori (vendor lock-in). La scelta richiede una valutazione accurata anche della sostenibilità economica e operativa nel tempo.
Tempo, urgenza e pressione competitiva
Il tempo è spesso un fattore decisivo. In contesti dove l’urgenza è alta—ad esempio, per rispondere a una finestra di mercato o lanciare rapidamente un nuovo servizio—comprare può essere la scelta più realistica. Tuttavia, laddove non esistono scadenze impellenti, prendersi il tempo per sviluppare può restituire maggiore flessibilità e una soluzione più aderente alle esigenze aziendali.
Rischi, governance e gestione del fornitore
Entrambe le opzioni comportano rischi. Costruire può esporre a ritardi, extra costi o difficoltà tecniche; acquistare richiede una gestione attenta del rapporto con il vendor, soprattutto in ambiti regolamentati o sensibili come la cybersecurity o la compliance. Coinvolgere fin da subito i team di governance, sicurezza, IT e Legal è fondamentale per evitare problemi a valle. La scelta migliore è quella che consente di minimizzare i rischi compatibilmente con le priorità aziendali.
Architettura esistente e sostenibilità tecnologica
Un elemento spesso sottovalutato è il punto di partenza: le tecnologie già in uso. In alcuni casi, è possibile ampliare o adattare una soluzione legacy per rispondere a nuove esigenze. Ma attenzione: modificare l’esistente può introdurre complessità non previste o limitare la scalabilità futura. La decisione deve tenere conto della flessibilità dell’architettura e della sua capacità di supportare una crescita sostenibile. In generale ci permettiamo di dire che espandere una soluzione esistente non è un buon approccio e non è realmente un approccio ‘game changing’.
Le nuove frontiere della decisione make or buy
Il paradigma build vs buy non è più statico. Le tecnologie emergenti—cloud-native, piattaforme as-a-service, intelligenza artificiale, automazione—stanno trasformando le logiche di progettazione e implementazione. Oggi è possibile combinare approcci: costruire una componente strategica e integrare moduli preconfezionati, o sviluppare internamente sfruttando framework e librerie open source. Le architetture ibride diventano così una risposta sempre più diffusa e razionale, capace di adattarsi in modo dinamico al contesto e agli obiettivi dell’organizzazione. La nuova frontiera è l’utilizzo delle architetture a microservizi, che è la risposta universale allo sviluppo di sistemi modulari e flessibili.
Domande guida per orientare la scelta
Per affrontare il dilemma make or buy in modo strutturato, è utile partire da alcune domande chiave:
- Questa soluzione è strategica per il core business o di supporto?
- Quali competenze abbiamo oggi in azienda per svilupparla?
- Quanto è urgente il rilascio della soluzione?
- Quali sono i costi iniziali e quelli ricorrenti delle due opzioni?
- Che grado di personalizzazione e controllo è necessario?
- La nostra architettura tecnologica è pronta per integrare una soluzione esterna?
- Siamo in grado di gestire efficacemente il rapporto con un vendor?
- Come si inserisce questa decisione nella visione tecnologica a tre-cinque anni?
Rispondere a questi quesiti aiuta a mettere a fuoco non solo le implicazioni tecniche, ma anche quelle organizzative, finanziarie e strategiche, facilitando una decisione consapevole e sostenibile.
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