Le organizzazioni operano sempre più su ambienti ibridi e multicloud, con superfici d’attacco in rapido aumento e team SecOps sotto pressione. Microsoft Defender for Cloud offre una risposta integrata: visibilità “code-to-cloud”, valutazione e miglioramento continuo della postura, protezione runtime per i servizi AI e orchestrazione delle risposte. Completano il quadro la Data and AI Security Dashboard per decisioni rapide e l’integrazione con Microsoft Purview per la governance dei dati. L’approccio consigliato è pragmatico e incrementale: mappare i rischi, attivare i controlli fondamentali e misurare sistematicamente l’efficacia operativa ed i costi associati.
La sicurezza negli ambienti ibridi e multicloud non è più un tema marginale: è una priorità strategica. I numeri parlano chiaro: il costo medio di una violazione ha raggiunto 4,44 milioni di dollari; l’86% dei decision maker ritiene che la propria strategia di cybersecurity non stia tenendo il passo con la complessità del multicloud; oltre il 40% prevede una carenza di competenze proprio nei ruoli di amministrazione della sicurezza. In questo scenario la superficie d’attacco si espande, le dipendenze si moltiplicano e i team SecOps devono interpretare segnali frammentati provenienti da piattaforme differenti, spesso con risorse limitate.
Serve un cambio di prospettiva e proprio l’AI stessa lo rende possibile: un approccio che unisce visibilità in tempo reale, contesto condiviso e automazione intelligente, capace di reggere la velocità del cloud e l’evoluzione delle minacce.
In questo articolo viene fornita una panoramica delle evoluzioni di Microsoft Defender for Cloud e di come la soluzione consenta di rafforzare la sicurezza dell’AI negli ambienti ibridi e multicloud.
L’AI non è semplicemente un nuovo strumento: anche in ambito sicurezza, se adottata con criterio, diventa un amplificatore operativo capace di trasformare la valutazione della postura, l’analisi degli incidenti e la collaborazione tra i team. In particolare, consente di:
Prima di impostare qualsiasi controllo, è essenziale mappare le aree più esposte lungo l’intero ciclo di vita delle soluzioni AI — identità, rete, dati, modelli, supply chain e operation — perché è lì che i rischi si accumulano e spesso passano inosservati.
Mappare questi punti deboli non è un esercizio teorico: è il prerequisito per progettare controlli mirati, misurabili e sostenibili nel tempo. Si tratta anche di bilanciare costi e livelli di sicurezza che si intende raggiungere.
Per ridurre il rischio e guadagnare visibilità negli ambienti ibridi e multicloud, Defender for Cloud agisce su più livelli:
Il risultato è una difesa coordinata: dalla prevenzione alla rilevazione, fino alla risposta, con insight pronti all’uso che parlano lo stesso linguaggio su tutti i cloud.
Con il piano Defender Cloud Security Posture Management (CSPM) di Microsoft Defender for Cloud, la sicurezza abbraccia ambienti enterprise on-premises e scenari ibridi/multicloud (Azure, AWS, Google Cloud), coprendo anche l’intero ciclo di vita delle applicazioni di AI generativa: dal codice, alle pipeline, fino al runtime in produzione.
Defender for Cloud scopre i workload AI e ricostruisce l’AI BOM: componenti applicativi, dati e artefatti AI, dal codice al cloud. Questa visibilità end‑to‑end permette di individuare vulnerabilità, prioritizzare i rischi e proteggere le applicazioni generative con interventi mirati.
In più, Defender for Cloud rileva vulnerabilità nelle dipendenze delle librerie di AI generativa (ad es. TensorFlow, PyTorch, LangChain) analizzando codice sorgente (configurazioni non corrette in ambito IaC) e immagini container (vulnerabilità).
Defender CSPM fornisce raccomandazioni su identità, sicurezza dei dati ed esposizione a Internet, aiutando a identificare e prioritizzare i problemi critici.
DevOps security & IaC misconfigurations intercetta configurazioni non corrette che espongono le app generative (permessi eccessivi, servizi pubblicati involontariamente), riducendo violazioni, accessi non autorizzati e problemi di compliance.
Inoltre, la funzionalità di attack path analysis rileva e aiuta a mitigare rischi sui workload AI, anche quando dati e compute sono distribuiti tra Azure, AWS e GCP.
Defender for AI Services introduce la protezione runtime per i servizi Azure AI (in precedenza threat protection for AI workloads). È progettata per i rischi specifici dell’AI generativa e combina Microsoft Threat Intelligence e Azure AI Content Safety (Prompt Shields) con analisi in tempo reale per individuare data leakage, data poisoning, jailbreak, furto di credenziali, abuso di wallet, pattern di accesso sospetti e altri comportamenti malevoli.
La soluzione permette di identificare minacce verso le applicazioni di AI generativa in tempo reale e aiuta nella risposta con alert arricchiti di contesto e raccomandazioni. Fornisce copertura sugli endpoint e sulle risorse AI presenti nelle subscription, evidenziando rischi che possono impattare gli applicativi.
La protezione per i servizi AI si integra con Defender XDR, permettendo di centralizzare gli avvisi relativi ai workload AI nel portale XDR e di correlare alert e incidenti con identità, endpoint, rete e applicazioni lungo l’intera kill chain.
Con il piano di protezione attivo è possibile, opzionalmente, includere negli alert segmenti sospetti di prompt utente e/o risposte del modello provenienti dalle app o dalle risorse AI. Questa evidenza è un dato del cliente e aiuta triage, classificazione e analisi delle intenzioni. È disponibile in Azure portal, Defender portal e tramite integrazioni specifiche.
Per massimizzare l’azionabilità, la soluzione propaga alle chiamate API verso Azure AI il contesto di utente e applicazione (ad es. userId, userIp, sessionId, appId, environment, requestId). In questo modo è possibile bloccare utenti, correlare incidenti, prioritizzare e distinguere attività sospette da comportamenti attesi per una specifica app.
Il Data and AI Security Dashboard di Microsoft Defender for Cloud offre una piattaforma centralizzata per monitorare e gestire risorse dati e AI, i rischi associati e lo stato di protezione. Mette in evidenza problemi critici, risorse che richiedono attenzione e risorse esposte a Internet, abilitando una mitigazione proattiva. Fornisce inoltre insight sui dati sensibili nei data services e nei workload AI.
Per gestire in modo rigoroso i dati utilizzati nelle applicazioni di AI è possibile abilitare l’integrazione con Microsoft Purview. Questa funzionalità richiede una licenza di Microsoft Purview e non è inclusa nel piano di Microsoft Defender for Cloud per i servizi di intelligenza artificiale.
Attivando Purview, consenti alla piattaforma di accedere, elaborare e archiviare i dati di richiesta e risposta — inclusi i metadati associati — provenienti dai servizi di intelligenza artificiale di Azure. In questo modo abiliti scenari chiave di sicurezza e conformità dei dati, come:
In pratica, questa integrazione permette di governare e monitorare i dati generati dall’AI in modo coerente con policy aziendali e requisiti normativi, favorendo un uso dell’intelligenza artificiale responsabile, tracciabile e conforme lungo tutto il ciclo di vita dell’informazione.
La sicurezza dell’AI in ambienti ibridi e multicloud richiede una postura continua, misurabile e orientata al rischio. Microsoft Defender for Cloud offre gli strumenti per passare dalla visibilità alla protezione operativa: scoperta dei workload e AI BOM, raccomandazioni contestuali e analisi dei percorsi di attacco, fino alla protezione runtime con Defender for AI Services e alla correlazione degli incidenti in Defender XDR e Microsoft Sentinel. L’integrazione con Microsoft Purview consente di governare i dati che alimentano i modelli, garantendo tracciabilità e compliance lungo l’intero ciclo di vita. Il percorso consigliato è chiaro: mappare la superficie d’attacco dell’AI, abilitare CSPM e controlli IaC essenziali, estendere la copertura ai workload chiave (VM, container, PaaS), attivare la protezione runtime per i servizi Azure AI e centralizzare detection e response. Solo così l’AI diventa un moltiplicatore di resilienza e non un nuovo vettore di rischio. Ricordate infine che la sicurezza assoluta in ambito IT non esiste (se non per sistemi spenti e totalmente isolati): è quindi essenziale bilanciare i costi, l’impatto operativo e il livello di protezione desiderato, in funzione del valore degli asset e del rischio accettabile.